Il carisma del Cenacolo Missionario CombonianoCentrale e fondamentale fu per Daniele Comboni la contemplazione del crocifisso, il lasciarsi trafiggere il cuore dallo sguardo di quel Dio morto in croce per la salvezza degli uomini, mistero di estremo dolore e nello stesso tempo manifestazione suprema dell’amore di Dio per ogni sua creatura. Attraverso questo sguardo egli imparò a leggere la realtà e la storia dell’umanità, a comprendere che il Regno di Dio si manifesta proprio con i suoi germi di salvezza là dove per uno sguardo puramente umano c’è solo sconfitta, dolore e morte. I popoli crocifissi, la sua amata "Nigrizia", illuminati da quel Crocifisso, colpirono il suo cuore, infiammandolo di ardente carità e spingendolo a consegnare la sua vita a Dio per far causa comune con tutti coloro che vivono ancora "sotto l’anatema di Cam". (San D.Comboni) Il nostro "credo" Credo in un Dio che non si nasconde dietro ad un mistero, che non mi seduce con un miracolo e che non mi opprime con la sua autorità. Credo in un Dio che non mi chiede di rinunciare alla mia libertà, che mi pone di fronte alla scelta del bene e del male, che non accetta compromessi, ma che benedice la follia di chi lo segue. Credo in un Dio che non fa della sua potenza persuasione, che non rimette a posto le cose dall’alto, che non esercita la giustizia degli uomini. Credo in un Dio che si lascia tradire, che al mio no risponde con un bacio silenzioso, credo in un Dio sconfitto, crocifisso e poi Risorto. Credo in un Dio che non ho inventato io, che non soddisfa i miei bisogni, che non dice e fa quello che voglio io, un Dio scomodo che non si può né vendere, né comprare. Credo in un Dio vero, che si fa uomo, amico, fratello della mia umanità, che si fa piccolo, debole indifeso perché non debba salire troppo in alto per poterlo incontrare. Credo in un Dio che gioca a nascondino perché possa scoprirlo nel cuore di ogni uomo, credo in un Dio che mi si fa vicino, che mi viene incontro e mi dice: “ti amo”. Sì, io credo in Dio, in un Dio che si può soltanto amare. (Ester Abbattista)
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